TERAMO – Dopo giorni e giorni di ridondante presenza nelle cronache che riferiscono dell’inchiesta condotta dalla Procura e dalla Finanza di Teramo sul crac delle società riconducibili agli imprenditori Maurizio Di Pietro e Guido Curti, il commercialista teramano Carmine Tancredi, tirato in ballo anche dalla politica per l’essere socio di studio del Governatore Gianni Chiodi, ha deciso di rompere il silenzio. Ma chi si aspettava dichiarazioni, particolari, dettagli sui tanti misteri di questa vicenda, resta deluso perchè il professionista lo fa soltanto per precisare ai media i termini di quello che, per lui, questa inchiesta costituisce: «Ho fatto il mio lavoro di commercialista», questo in sintesi il concetto di Tancredi. «Ho assistito Di Pietro e Curti nonchè alcune società a loro riconducibili solo ed esclusivamente sul piano tecnico e professionale – scrive Carmine Tancredi -. Le transazioni svolte rientrano nella fisiologia dei normali rapporti commerciali come attesta implicitamente il mio status di persona non indagata». Il commercialista fa riferimento anche alla presunta perquisizione del suo studio: «Il decreto di perquisizione è stato reso nei confronti degli indagati e le operazioni svolte presso il mio studio avevano l’unico obiettivo di acquisire i documenti societari, consegnati spontaneamente e su invito dell’inquirente: il mio studio non ha subito alcuna perquisizione». Quanto poi alla società collegata ad una omologa con sede a Cipro e alla procura speciale ad operare affidata allo stesso Tancredi, il professiniosta teramano liquida la questione ribadendo che l’unico ruolo esercitato è stato quello di «costituire la società e versare in banca il capitale sociale: tale compito, fino a prova contraria, rientra nell’ambito delle attività che qualsiasi dottor commercialista svolge con frequenza». Allo stesso modo, le società hanno sede legale, «e non operativa o amministrativa», nello studio di piazza Sant’Anna perchè questo «rientra nell’ambito delle prestazioni professionali di uno studio commerciale». Ma a proposito di studio professionale, Tancredi vuole chiudere con una sottolineatura che vuole e deve essere una sorta di “liberatoria" politica per il Governatore, suo socio: «Conduco in assoluta autonomia lo studio, atteso che, da almeno 8 anni, il Presidente della Regione si astiene da qualsiasi attività professionale».
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